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..dalla tradizione del salento

La tabaccara

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Sta sonane le sette,
tutte allu magazzinu
cu lu scarpinu lucidu,
lu solitu passettinu.
Oilì, oilì, oilà,
ota ca gira la tabaccà.

E alle sette e dieci
è sciuta l’operaia:
se vota lu portinaru
ca è già passatu l’orariu.
Oilì, oilì, oilà,
ota ca gira la tabaccà.

Ci ‘zzamu moi de notte
cujimu lu tabaccu
tuttu lu giurnu nfilamu
senza guadagnamu na lira.
Oilì, oilì, oilà,
ota ca gira la tabaccà.

Ci ete sta maestra
mo de stu magazzinu
Cacciatila ddhra fore,
vascia coja petrusinu.
Oilì, oilì, oilà,
vota ca gira la tabaccà.

Ci ete sta maestra,
risponde lu Garzia
mandatila dha fore,
vascia coja cignu e lissia
Oilì, oilì, oilà,
ota ca gira la tabaccà.

La traduzione letterale del brano è la seguente

La tabacchina

Suonano già le sette,
tutte al magazzino
con la scarpetta lucida,
il solito passettino
oilà oilà oilà
gira e volta la tabacchina.

L’operaia è andata
alle sette e dieci
e il portinaio le dice
che è già passato l’orario
oilà oilà oilà
gira e volta la tabacchina.

Ci alziamo di notte
per raccogliere il tabacco
per tutto il giorno lo infilano
senza guadagnare una lira
oilà oilà oilà
gira e volta la tabacchina.

Chi è questa maestra
di questo magazzino
mandatela fuori,
a raccogliere prezzemolo
oilà oilà oilà
gira e volta la tabacchina.

Chi è questa maestra,
risponde Garzia
mandatela fuori,
a raccogliere cenere e liscivia
oilà oilà oilà
gira e volta la tabacchina

La Tabaccara è uno dei più conosciuti tra i canti di lavoro tradizionali salentini. Cantato con un tempo di valzer contiene una serie di strofe dedicate al lavoro delle tabacchine.

Si tratta di un canto  reso celebre nell’interpretazione dello storico gruppo de Li Ucci nel disco del 1999 intitolato “Buonasera a quista casa. Pizziche, stornelli e canti salentini” e ripreso dagli Aramiré nel disco “Mazzate Pesanti” del 2004.

Quello de “la tabaccara” o “tabacchina” è un mestiere ormai scomparso ma nel dopoguerra era l’occupazione di moltissime donne che avevano la fortuna di lavorare in paese e non nei campi.

Era ritenuto un lavoro privilegiato ma le condizioni erano durissime perché le tabacchine venivano controllate continuamente dalla sguardo di una maestra, a volte vera e propria aguzzina.

Il luogo in cui lavoravano si chiamava fabbrica. Era insalubre e chiuso da sbarre, come la galera. Ma le nostre donne riuscivano, per sopravvivere, anche a ridere e fare satira” (Archivio sonoro della Puglia, Fondo Montinaro)

Alcune delle intepretazioni più significative

Autore: Mauro De Filippis

Laureato in Ingegneria Informatica nel 2008 presso l’ Università del Salento, Appassionato di Musica e di Musica Popolare, sono tra i fondatori del Gruppo Musicale e vicepresidente dell'Associazione Culturale AriaFriscA per oltre 15 anni impegnata nella rielaborazione e riproposizione della tradizione musicale Salentina. Studio Fisarmonica, adoro strimpellare gli strumenti della tradizione Celtica quali Tin e Low Whistle. Attualmente collaboro con i Tammurria e i SemiSparsi Per contattarmi potete usare la pagina Facebook di stornellisalentini.com Mi trovate anche su : Instagram by Mauro De Filippis e Youtube by Mauro De Filippis

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